Allo studio le specie vegetali più appetibili per i bovini di razze rustiche, che potranno favorire il recupero di territori marginali invasi da alberi e arbusti trasformandoli in prati permanenti, fornendo una carne pregiata.
Nella 2021 i ricercatori di iGRAL hanno iniziato le attività per lo studio delle preferenze alimentari della razza bovina Highland, per verificare se la dieta degli animali di questa razza è uguale a quella di molti altri bovini oppure diversa.
Il progetto, lo ricordiamo, intende contribuire al processo di recupero e valorizzazione di territori marginali, ripristinando i prati permanenti attraverso sistemi di allevamento al pascolo di bovini da carne delle razze rustiche Highland e Sarda.
Ogni razza ha abitudini e preferenze distinte. In generale i bovini sono mediamente selettivi, e consumano principalmente specie erbacee. Alcune razze, come quelle studiate dal progetto, sono però conosciute per essere più rustiche e meno selettive, nutrendosi anche di foglie di alberi e arbusti o di specie tossiche. Questo tipo di dieta potrebbe essere un ottimo strumento per utilizzare e recuperare pascoli abbandonati invasi da arbusti, in linea con gli obiettivi del progetto iGRAL.
Per preferenze alimentari si intende la scelta da parte dell’animale di consumare selettivamente alcuni alimenti. I bovini al pascolo possono scegliere liberamente di che nutrirsi e le loro preferenze sono influenzate dalla disponibilità del foraggio, dalla presenza di piante particolarmente appetibili o al contrario poco attraenti (ad esempio quelle spinose o tossiche), dallo stato fisiologico dell’animale, dall’età e dalla razza. Una selezione costante del foraggio può influenzare nel tempo la composizione della vegetazione del pascolo, determinando la transizione verso una particolare tipologia vegetazionale (Pauler et al., 2020; Pauler et al. 2019).
Negli ultimi anni è aumentato l’allevamento sulle Alpi della razza bovina Highland, selezionata dall’uomo per adattarsi alle dure condizioni ambientali scozzesi, dove il clima è aspro e il foraggio è di bassa qualità. È una specie rustica, di gestione poco impegnativa e poco selettiva al pascolo (Pauler et al. 2020). Date le potenzialità di questa razza nel pascolare in ambienti marginali e degradati dell’arco alpino, c’è un grande interesse a capire quali sono le sue abitudini alimentari.
Ma quali specie vegetali preferisce? Quali rifiuta? Qual è il contributo delle specie arboree e arbustive nella sua dieta? A queste domande vuole rispondere il progetto iGRAL, che si svolge in tre siti piemontesi, uno ad Almese all’imbocco della Valle di Susa, e due a Casteldefino in Valle Varaita. Questi pascoli sono accumunati da una forte invasione di specie arbustive, come prugnolo, biancospino, rovi e rosa canina, e specie arboree, tra cui frassino, orniello, bagolaro, frangula e olmo.
I risultati preliminari mostrano un comportamento poco selettivo, con un consumo elevato di specie arboree e arbustive. Le latifoglie (frassini, pioppo, olmo, bagolaro) sono molto ricercate, tanto che i fusti vengono spesso piegati con l’utilizzo delle lunghe corna per poter raggiungere le foglie più alte. Interessante è poi la selezione frequente di specie spinose, come rosa e prugnolo, e tossiche, come il ligustro. I bovini Highlands includono nella loro dieta anche le ortiche.
La ricerca sul campo è in corso, ma i risultati preliminari sono promettenti e confermano l’adattabilità di questa razza ai contesti di abbandono e invasione arboreo-arbustiva, che necessitano di un’utilizzazione pastorale sostenibile per il loro recupero.
Rebecca Pagani, Ginevra Nota, Giampiero Lombardi, Università degli Studi di Torino
Pauler C. M., Isselstein J., Braunbeck T., Scheider M. K., 2019. Influence of Highland and production-oriented cattle breeds on pasture vegetation: A pairwise assessment across broad environmental gradients. Agriculture, Ecosystems and Environment, 284. DOI: 10.1016/j.agee.2019.106585
Pauler C. M., Isselstein J., Suter M., Berard J., Braunbeck T., Scheider M. K., 2020. Choosy grazers: Influence of plant traits on forage selection by three cattle breeds. Functional Ecology, 34. DOI: 10.1111/1365-2435.13542
L’esperienza di iGRAL al talent scientifico FameLab
Tra le attività di disseminazione promosse dal progetto iGRAL, ricordiamo la partecipazione all’edizione 2020 del FameLab, il talent internazionale di comunicazione scientifica per giovani ricercatori e studenti universitari.
In soli tre minuti i partecipanti devono cercare di conquistare giudici e pubblico parlando di un tema scientifico che li appassiona. La regola è quella delle tre C: contenuti, chiarezza e carisma.
Ideato nel 2005 dal Cheltenham Science Festival - comunica il sito ufficiale - coinvolge oggi oltre 30 paesi in tutto il mondo, e dal 2012 si svolge anche in Italia.
Si è lanciata in questa sfida anche Giovanna Piga, giovane dottoranda dell’Università di Sassari, iscritta al primo anno, XXV ciclo in Scienze Agrarie, curriculum Monitoraggio e Controllo degli Ambienti Agroforestali in Ambiente Mediterraneo, che ha partecipato alla semifinale di Sassari.
- Giovanna, qual è la tua formazione e di cosa ti occupi in iGRAL?
Sono specializzata in ecologia vegetale applicata, in particolare nelle relazioni tra biodiversità e servizi ecosistemici nei pascoli mediterranei e di analisi cross-taxon, ossia della correlazione spaziale della biodiversità.
Fin da una precedente borsa di ricerca nel progetto iGRAL la mia attività si è incentrata sul rilievo e lo studio delle popolazioni delle formiche. Questi insetti sono bioindicatori dei pascoli, interagiscono con le piante e, infine, le loro attività influenzano le proprietà del suolo.
- In che modo sei riuscita a trasmettere la tua passione e un insieme di contenuti abbastanza tecnici a un pubblico di studenti delle scuole superiori?
Ho utilizzato la metafora della squadra. Le squadre di formiche sono composte da centinaia di migliaia di individui. Da milioni di anni trasmettono messaggi in codice e percorrono tragitti a noi invisibili. Cooperando tra loro diventano una super potenza della natura. Il segreto del successo delle formiche è la collaborazione. Ogni individuo svolge un compito preciso: esplorazione, foraggiamento, manutenzione e smaltimento dei rifiuti. La colonia si comporta come un super organismo: la vita di un singolo individuo non conta, conta solo la sopravvivenza della colonia.
- Si può immaginare un parallelismo tra comunità umane e comunità di formiche?
Il confronto tra la formica e l’uomo è affascinante. Sicuramente le prime detengono alcuni record, irraggiungibili dall’uomo. Ad esempio, una formica può sollevare 100 volte il proprio peso. Se consideriamo che le formiche esistono da 10 milioni di anni mentre l’Homo sapiens è apparso da circa 300.000, in un quadro ipotetico di precoce “senescenza” del pianeta, forse sorge qualche dubbio su chi sopravvivrà a chi.
Quindi… impariamo ad apprezzare e guardare con occhi diversi questi piccoli ma fondamentali abitanti del Pianeta!
Intervista di Stefania Bagella, Università degli Studi di Sassari
Il progetto iGRAL verifica le possibilità di ripristino del pascolo anche attraverso il posizionamento strategico di “punti sale”, integratori salutari e attrattivi per il bestiame.
iGRAL è un progetto di ricerca interdisciplinare sulla conservazione dei pascoli montani, minacciati dall’abbandono delle attività agropastorali tradizionali. Tra le ipotesi sperimentali c’è quella di verificare l’efficacia di integratori a base di sale distribuiti in modo da attrarre gli animali al pascolo in aree poco frequentate.
L’abbandono delle attività pastorali è conseguenza delle trasformazioni sociali ed economiche che hanno portato le comunità rurali, soprattutto montane, a trasferirsi in città lasciando in abbandono i pascoli, risorse strategiche che oltre a cibo e reddito offrono numerosi altri servizi indiretti per tutta la società, non solo per quella rurale.
In tale situazione, i pascoli erbosi si stanno rapidamente trasformando in distese di arbusti (arbusteti). Questa evoluzione può comportare una serie di effetti negativi quali la perdita di biodiversità, l'aumento degli incendi, l'erosione e le valanghe. Di conseguenza, la conservazione e il ripristino delle praterie semi-naturali sono azioni da portare avanti per gli effetti benefici che esercitano sull’ambiente e sulle comunità rurali.
Ricerche recenti svolte sui pascoli delle zone temperate mostrano i vantaggi del posizionamento strategico dei “punti sale”, blocchi di integratori alimentari basati su miscele di sali minerali, molto graditi dal bestiame. Questi fungono da attrattivi per gli animali al pascolo verso aree non più frequentate dove i pascoli erbacei sono stati invasi da arbusti e specie infestanti.
Gli effetti combinati del pascolamento, del calpestamento, del trasporto di semi e della ridistribuzione dei nutrienti con le feci da parte del bestiame, limitano la diffusione di piante infestanti e favoriscono la diffusione delle specie erbacee appetite al bestiame, ripristinando l’ecosistema pastorale con la sua biodiversità.
iGRAL sta sperimentando i punti sale nelle alpi Piemontesi e a Macomer, nella montagna sarda, con l'obiettivo di verificarne l’efficacia anche in contesti mediterranei. L'area è ben rappresentativa di zone abbandonate dove le querce lanuginose e arbusti infestanti quali il rovo e la felce hanno sostituito i pascoli erbosi. La sperimentazione è in corso presso l’azienda sperimentale dell'Agenzia di ricerca per l’agricoltura della Sardegna (AGRIS Sardegna).
Una mandria di dodici bovine di razza Sarda con i loro vitelli pascola su un’area di circa 40 ha dove sono stati posizionati nove “punti sale” (blocchi da 5 kg di sale fosfatico) in zone infestate perché sottoutilizzate.
Altre nove aree con vegetazione e condizioni topografiche simili ma senza blocchi di sale fungono da trattamento di controllo. L’efficacia dei “punti sale” è stata valutata monitorando, attraverso il GPS, i movimenti della mandria all’interno del bosco. I primi risultati ottenuti indicano che gli animali nei loro percorsi quotidiani coprono circa 7 km e visitano i punti sale più frequentemente rispetto alle aree di controllo.
Per scoprire gli effetti sulla vegetazione saranno necessari tempo e ulteriori monitoraggi. Tuttavia, i risultati preliminari sembrano confermare quelli ottenuti nei pascoli temperati in diverse condizioni di vegetazione e con diverse razze bovine.
AUTORI
Marco Acciaro1, Maria Sitzia1, Marcello Verdinelli2, Pierpaolo Roggero3, Giampiero Lombardi4, Ginevra Nota4, Marco Pittarello4
1 AGRIS Sardegna, 07040 Olmedo, Italy, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 2 National Research Council, Institute of BioEconomy, Italy, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 3 University of Sassari, Desertification Research Centre, Italy, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 4 University of Turin, Dept. Agricultural, Forest & Food Sciences, Italy, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
BIBLIOGRAFIA
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Orlandi S., Probo M., Sitzia T., Trentanovi G., Garbarino M., Lombardi G. Lonati M. (2016). Environmental and land use determinants of grassland patch diversity in the western and eastern Alps under agro-pastoral abandonment. Biodiversity and Conservation 25(2): 275-293. Doi: 10.1007/s10531-016-1046-5.
Pittarello, M., Probo, M., Lonati, M., Bailey, D.W., and Lombardi, G. (2016). Effects of traditional salt placement and strategically placed mineral mix supplements on cattle distribution in the Western Italian Alps. Grass and Forage Science 71(4) 529 - 539. doi: 10.1111/gfs.12196
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Ruiu P.A., Marrosu G.M., Salis L., Pira G., Sitzia M., 2017.Vegetation evolution in Mediterranean oakwood grazed by cattle. Grassland Science in Europe, Vol. 22 – Grassland resources for extensive farming systems in marginal lands, , ISBN: 978-88-901771-9-4, 397 – 399.
Formiche e piante si sono evolute sviluppando una rete intricata di relazioni per la sopravvivenza: lo sanno bene i ricercatori di iGRAL
Le formiche possono definirsi tendenzialmente onnivore. Tuttavia esistono specie “carnivore” obbligate, ovvero che si cibano solo di altri animali, e altre decisamente “vegetariane” che si nutrono di fiori, polline, nettare, melata e semi. Tra questi due estremi c’è una grande varietà di comportamenti che possono variare anche nell’ambito di una stessa specie in base alla disponibilità di cibo e alle esigenze stagionali del formicaio.
Bovini geolocalizzati in tempo reale e recinti virtuali in un’avveniristica sperimentazione del progetto iGRAL nella montagna piemontese
Sarebbe utile e praticabile la geolocalizzazione delle vacche al pascolo in alpeggio? I ricercatori iGRAL stanno sperimentando in Valsesia un sistema di tracciamento della posizione delle vacche Highland.
L’ erba è un insieme di decine di piante diverse, mix unico e prezioso per il pascolo. Il progetto iGRAL sperimenta diverse modalità di gestione delle praterie alla ricerca di quella più sostenibile.
Contrariamente a quanto si può immaginare, non sempre le praterie, formazioni costituite prevalentemente da piante erbacee, sono di origine naturale. Specialmente nelle aree mediterranee, si sono sviluppate per azione dell’uomo e si sono mantenute nel corso del tempo attraverso l’utilizzo di pratiche agricole tradizionali e poco invasive. La Comunità Europea, attraverso la Direttiva Habitat, riconosce alle praterie un ruolo fondamentale per la conservazione della biodiversità animale e vegetale e le indica tra gli habitat da conservare. Poiché si tratta di contesti semi-naturali, la conservazione passa attraverso la gestione sostenibile, che assicuri cioè la rigenerazione delle risorse: se non venisse utilizzata, la prateria verrebbe in poco tempo invasa dagli arbusti.
Perché le praterie sono così importanti per la biodiversità? Perché sono caratterizzate da un grande numero di piante (nelle praterie europee fino a 89 per m2) e di animali diversi, molti dei quali esclusivi, come ad esempio varie specie di orchidee o il trifoglio sotterraneo. Quella che viene chiamata genericamente “erba” è in realtà un insieme di decine di specie di piante diverse, ognuna con una specifica funzione.
Le praterie costituiscono un importante capitale naturale, ricco di valori ambientali, culturali ed economici. Uno dei principali è il fatto che rappresentano una risorsa molto valida per il nutrimento degli animali allevati per la produzione di carne e di latte. Il consumo dell’erba può essere diretto (pascolo), o indiretto, nel caso in cui l’erba venga sfalciata e offerta agli animali in un tempo successivo (prato).
Entrambe le pratiche, se svolte in maniera sostenibile, cioè in modo da assicurare la rigenerazione della risorsa, giocano il doppio ruolo di fornire cibo agli animali e di conservare la biodiversità. Oggi, in molte aree, le praterie stanno scomparendo a causa di due fenomeni contrastanti: l’abbandono, dovuto alla riduzione delle attività pastorali, e l’intensificazione delle attività produttive. Questi fattori, legati alla modernità, causano una rottura dell’equilibrio che si è creato nei millenni tra le piante e gli animali e quindi la perdita di biodiversità e dell’importante risorsa costituita dal foraggio.
Utilizzando indicatori naturali come le piante e le formiche, il progetto iGRAL valuta gli effetti sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici (cioè i benefici che l’ambiente fornisce all’uomo), in modo da promuovere la tutela e la valorizzazione di un patrimonio irripetibile.
Simonetta Bagella, Università degli Studi di Sassari
Per la prima volta uno studio italiano quantifica il contributo delle formiche nel determinare la qualità dei pascoli montani del Piemonte e della Sardegna
Ad oggi sono state descritte ben oltre 16.000 specie di formiche che vivono in quasi tutti gli ecosistemi del nostro pianeta. A giudicare dalle dimensioni di un’operaia di Brachymyrmex1 dell’America centrale o di una minuscola Leptanilla2 della Sardegna, si potrebbe stimare il peso di queste minutissime formiche in poche decine di microgrammi (la milionesima parte del grammo) o poco più. All’estremo opposto ci sono specie come il Dinomyrmex gigas3 le cui operaie raggiungono tranquillamente i 2 cm di lunghezza e possono pesare sino a quasi mezzo grammo. Ernst Josef Fittkau e Hans Klinge (1973) stimarono il peso delle formiche nella foresta pluviale nei pressi di Manaus in Brasile. Essi scoprirono che il peso secco di tutte le formiche era circa quattro volte superiore a quello di tutti i vertebrati terrestri messi insieme.
Grazie alle ricerche di iGRAL si approfondiranno le conoscenze sulle caratteristiche nutrizionali delle carni di bovini delle razze Highland e Sarda ottenute al pascolo.
La qualità di un alimento è “l’insieme delle caratteristiche del prodotto che contribuiscono all’accettabilità del prodotto stesso da parte del consumatore”, che esprime il suo giudizio esclusivamente sulla base di percezioni e giudizi dettati, oltre che dal sapore e aspetto dell’alimento, da criteri etici riconducibili, nel caso di prodotti di origine animale, alla salvaguardia del benessere animale, all’allevamento eco-sostenibile e all'impatto ambientale.
Si può produrre carne in modo sostenibile? Certamente sì, grazie all’erba dei pascoli, un modo semplice e naturale di alimentare gli animali, che porta i consumatori verso una scelta consapevole dei prodotti e gli allevatori all’adozione di una gestione di pascoli e animali più rispondente alle nuove esigenze dei mercati.
Ager Per l'impresa 04 Ago 2021
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