APPROFONDIMENTO: le proprietà positive dei prodotti caseari sulla salute umana
La qualità del grasso del latte, valutata principalmente per il suo contenuto in acidi grassi, è studiata da molti anni e sempre più con lo scopo di definire e caratterizzare quei composti che hanno proprietà funzionali positive per la salute del consumatore. È per questo motivo che oggi sappiamo che l’origine di questi composti nel latte e quindi anche nei formaggi è strettamente legata all’alimentazione dell’animale e che il consumo di erba fresca, così come la pratica del pascolo in alcune realtà zootecniche di montagna, garantisce la presenza di questi composti incrementandone anche la presenza.
La dieta degli animali influisce in maniera determinante sulla popolazione microbica ruminale e quindi sui relativi acidi grassi derivati presenti nel latte, tra cui gli isomeri dell’acido linoleico coniugato (CLA) e gli acidi grassi a catena dispari e ramificata (OBCFA), la cui presenza aumenta significativamente con una dieta più ricca in foraggio e soprattutto con il consumo di erba fresca. Per questa ragione, oltre agli effetti benefici sulla salute dell’uomo queste molecole diventano utili biomarcatori di autenticità e sistema di allevamento non solo per il latte, ma anche nei prodotti derivati.
All'interno del progetto IALS, si stanno portando avanti una serie di indagini di laboratorio rivolte alla determinazione del contenuto in acidi grassi del latte e dei formaggi derivati, mettendo a confronto produzioni lattiero-casearie effettuate nel periodo estivo ed invernale, caratterizzate le prime da una dieta con un consumo prevalente di alimento fresco da parte della vacche. Ad ogni caseificazione si studiano latte di massa e formaggio a fine stagionatura (2-4 mesi).
Lo studio di cui si occupa l'Università degli Studi di Milano - Dipartimento VESPA - è rivolto in particolare alla ricerca di acidi grassi bioattivi, la cui presenza nel latte e nei formaggi è legata alle popolazioni batteriche e ruminali e ad altri processi biochimici che avvengono nella ghiandola mammaria. I gruppi di acidi più studiati per le loro proprietà bioattive sono gli isomeri dell’acido linoleico coniugato (CLA) e gli acidi grassi a catena dispari e ramificata (OBCFA). Per l’uomo, le fonti principali di CLA e OBCFA nella dieta sono rappresentate dai prodotti lattiero caseari, quindi i formaggi sono alimenti particolarmente ricchi di questi composti. Sebbene CLA e OBCFA rappresentino una componente minore del latte (rispettivamente, 0.24-2.8% e 2-4.5% del totale degli acidi grassi) sono riconosciuti come importanti componenti bioattivi per la loro potenzialità anticancerogena, antiaterogenica, immunomodulatrice e antidiabetica (Parodi, 1999). La citotossicità di questi acidi grassi è stata dimostrata sia in vitro che in vivo in forme di cancro alla mammella, al colon e di melanomi (Yang et al. 2000; Williams, 2000; Wongtangtintharn et al., 2004). Recentemente, inoltre, è stato evidenziato che gli OBCFA possono avere un effetto benefico sulle corrette funzioni intestinali, quindi il loro apporto diventa rilevante per la salute umana (Ran-Ressler et al., 2014).
La dieta degli animali influisce in maniera determinante sulla popolazione microbica ruminale e quindi sui relativi acidi grassi derivati presenti nel latte, tra cui CLA e OBCFA, la cui presenza aumenta significativamente con una dieta più ricca in foraggio e soprattutto con il consumo di erba fresca (Vlaeminck et al., 2006). Per questa ragione, oltre agli effetti benefici sulla salute dell’uomo diventano utili biomarcatori di autenticità e sistema di allevamento non solo per il latte, ma anche nei prodotti derivati.
Metodi analitici per la determinazione degli acidi grassi nel latte e nel formaggio.
L’estrazione del grasso dai campioni di latte ha consentito la sua quantificazione e la successiva preparazione di esteri metilici (Christie, 2003) degli acidi grassi per l’analisi gas cromatografica (GC-FID). La metodica cromatografica messa a punto ha consentito la separazione e il riconoscimento di 50 acidi grassi. Tale riconoscimento è stato possibile attraverso la preparazione di una miscela complessa di acidi grassi standard, la cui separazione è avvenuta su colonna capillare.
Le analisi del profilo acidico sui campioni di latte hanno consentito il riconoscimento di acidi grassi con un particolare significato nutrizionale : isomeri cis e trans dell’acido oleico (acido elaidico, acido cis e trans vaccenico) e linoleico (trans9trans12 18:2, cis9trans12 18:2); isomeri dell’acido linoleico coniugato (cis9trans11-CLA, trans10cis12- CLA); acidi grassi a catena dispari e ramificati (11:0, 13:0, 15:0, 17:0, iso 14:0, iso15:0, anteiso 15:0, iso 16:0, iso 17:0, anteiso 17:0); acidi grassi polinsaturi (18:3 n-3, 18:3 n-6, 20:4n-6, 20:5n-3, 22:5n-3).
Pe la caratterizzazione dei formaggi in termini di autenticità e origine, verrà anche svolta l’analisi dei composti aromatici del prodotti e quindi la misurazione di tutte quelle sostante volatili e non volatili che si formano durante la stagionatura, anche per la presenza di una flora microbica autoctona o che provengono direttamente dalla dieta degli animali, soprattutto se tenuti al pascolo.
Prof.ssa Federica Bellagamba, Università degli Studi di Milano - Dipartimento VESPA
BIBLIOGRAFIA
Christie, W. W. Preparation of derivatives of fatty acids. In: Lipid analysis. Isolation, separation, identification and structural analysis of lipids, Third Edition; Christie, W. W., Ed; The Oily Press, Bridgwater (England), 2003; pp 205-215. ISBN 0-9531949-5-7
Folch, J.; Lees, M.; Sloane Stanley, G.H. A simple method for the isolation and purification of total lipids from animal tissues. J. Biol. Chem., 1957, 226 (1), 497-509
Parodi, P,W. Conjugated linoleic acid and other anticarcinogenic agents of bovine milk fat. Journal Dairy Science, 1999,82:1339-1349.
Ran-Ressler, R.R.; Bae, S., Lawrence, P.; Wang, D.H., Thomas Brenna, J. Branched-chain fatty acid content of foods and estimated intake in the USA. Br. J. Nutr., 2014, 112 (4), 565-572.
Vlaeminck, B.; Fievez, V.; Cabrita, A.R.J.; Fonseca, A.J.M.; Dewhurst, R.J. Factors affecting odd- and branched-chain fatty acids in milk: A review. Animal Feed Science and Technology, 2006, 131 (3-4), 389-417.
Williams, C. M. Dietary fatty acids and human health. Ann. Zootech., 2000 49 165–180
Wongtangtintharn, S.; Oku, H.; Iwasaki, H.; Toda, T. Effect of branched-chain fatty acids on fatty acid biosynthesis of human breast cancer cells. J. Nutr. Sci. Vitaminol., 2004, 50 (2), 137-143
Yang, F. C.; Ke, Y. F.; Kuo, S. S. Effect of fatty acids on the mycelial growth and polysaccharide formation by Ganoderma lucidum in shake flask cultures. Enzyme Microb. Technol., 2000, 27 (3–5), 295-301.